Venerdi 22 settembre alle 18:30 presentiamo il Foglio 13 Benway Series “Stellare nero” di Alessandra Greco. Un’opera dedicata alla volta celeste.
Insieme all’autrice intervengono Pietro Gaglianò e Mariangela Guatteri.
Stellare nero
Un caleidociclo esagonale (il termine deriva dal greco: kalòs=bello, eidos=figura, ciclos=cerchio, anello) è composto da una catena di 3 doppi tetraedri chiusa ad anello alle estremità che ruota intorno ad un centro “vuoto”. Nel giro ricorda la sistole/diastole di un cuore, il “vuoto” si apre e si chiude. Nei momenti di giunzione in cui lo spazio “vuoto” si chiude, il solido mostra 4 facce aperte esagonali. Alla base della logica caleidociclica sta l’idea geometrico-matematica di ricorsività; qui sono le parole che ritornano ciclicamente e riformulano ad ogni rotazione l’assetto narrativo del testo.
Durante le fasi di ideazione e progettazione del lavoro sono emerse numerose simmetrie legate all’ordine cosmico e alla vita dell’uomo. L’oggetto è idealmente orientato alla Pars Orientalis della volta celeste (l’Est geografico), al punto vernale: punto in cui la traiettoria apparente del Sole sull’eclittica incontra l’equatore celeste. Il punto vernale è anche detto punto d’Ariete (perché quella era la costellazione in cui anticamente iniziava la primavera) o punto Gamma: i Greci indicavano il punto con la lettera gamma (γ) perché la sua forma ricorda la testa dell’animale con le corna che si avvolgono a spirale.
La stessa forma dello spazio “vuoto” centrale, fondamentale per il movimento del caleidociclo, ricorda questo simbolo.
Il testo ha questo stesso andamento, una spirale che si avvolge e si svolge, non ha un inizio né una fine: è la lettura di qualsiasi inizio, ricorsiva e ritornante, l’eco di un labirinto o di un “archivio scomposto”, aderente alla forma solida di un’ipotetica mappa stellare. Contiene il seme di una nuova narrazione (l’animale fantastico), un “piccolo uccello con testa di leone”.
L’aderenza del testo alla forma solida è tale che esso può essere letto in senso orario sulla spirale di ciascuna faccia esagonale aperta (su un piano “orizzontale” corrispondente idealmente all’eclittica), o in verticale, da sinistra verso destra, su ogni singola losanga in modo autonomo (lungo l’asse Zenit-Nadir, sulla sfera celeste).
Alessandra Greco, Roma, 1969. Vive e lavora a Firenze. La sua sensibilità artistica indaga attraverso la scrittura i vari aspetti della processualità del pensiero come flusso e in relazione alle immagini, attraverso le tecniche del montaggio e del cut up. Ha scritto NT (Nessun Tempo), Arcipelago Itaca, Collana Lacustrine, 2020, arrivato finalista al Premio Lorenzo Montano, XXXIV Edizione, 2020 e al Premio Elio Pagliarani, VI Edizione, 2020. Del venire avanti nel giorno, Libro Azzurro, Lamantica Edizioni, 2019, terzo classificato al Premio Anna Osti, XVII Edizione, 2019. Rabdomanti (2016), a contributo per il sito Descrizione del Mondo, Installazione collettiva d’immagini, suoni, scritture, a cura di Andrea Inglese. Couplets, Relazioni tra i recinti e l’ebollizione (2016) con le sonorizzazioni di Luca Rizzatello (soundcloud.com/couplets). Ha realizzato performance e letture con attenzione al suono e la sua ricerca si è estesa alla fotografia. Ha ideato ed è tra i curatori di PartesExtraPartes, rassegna intermediale di scritture, musica e arti visive (Firenze, 2018-2019). Suoi testi sono antologizzati in oomph! – contemporary works in translation / a multilingual anthology, vol. 2 (2018), nella traduzione di Marcella Greco. Sue scritture sono apparse in riviste e lit-blog tra cui “Carteggi Letterari”, “Il Cucchiaio nell’Orecchio”, “eexxiitt.blogspot.com”, “Nazione Indiana”, “Niederngasse”, “L‘Ulisse”, “UTSANGA”,“Versodove”.
L’incontro è ad ingresso libero fino ad esaurimento posti
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