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09 Feb 2022

La strage di Ustica e Quello che doveva accadere

Winter Tales si chiuderà il 9 febbraio con un appuntamento doppio sulla strage di Ustica che a quarant’anni di distanza cerca ancora risposte. Due volumi, Il segno di Ustica. L’eccezionale percorso artistico nato dalla battaglia per la verità di Andrea Mochi Sismondi e Quello che doveva accadere, libro d’artista di Giovanni Gaggia, prendono in esame il rapporto tra la tragedia consumatasi nel 1980 e le relazioni instaurate con gli artisti e il mondo dell’arte che a questa strage ha sempre prestato attenzione.

I libri: Quello che doveva accadere, a cura di Giovanni Gaggia, nasce nell’ambito del progetto che porta lo stesso titolo del libro, ospitato in permanenza al Museo Tattile Statale Omero di Ancona e realizzato in occasione dei quarant’anni della Strage di Ustica. QTB é il Quaderno Tecnico di Bordo, un registro in cui vengono annotati eventi tecnici relativi ad un aeromobile. In origine di alluminio, come quello a bordo del Douglas – DC9 della compagnia aerea ITAVIA. Giovanni Gaggia trasforma questo oggetto in uno scrigno metallico con la funzione non solo di raccogliere, ma anche di trasmettere la memoria di una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro paese: la Strage di Ustica.

Un archivio vivo, in continua evoluzione e concepito come parte di un dittico: un arazzo e un libro d’artista. L’installazione vede il grande arazzo a caratteri Braille “QUELLO CHE DOVEVA ACCADERE” accompagnato da oltre cinquanta voci riprodotte in acustica e su carta.

Artisti, critici, curatori, poeti, giornalisti, scrittori, intellettuali hanno condiviso la loro personale riflessione in risposta ad una domanda dell’autore: “Analizziamo i termini Tempo e Giustizia in relazione a questa tragica vicenda, inoltre, se lo è stato, che valore ha l’aver affidato la memoria all’arte?” 

Il segno di Ustica, di Andrea Mochi Sismondi, scaturisce dagli interrogativi che l’autore si pone sui progetti artistici nati intorno alla Strage di Ustica e sul ruolo propulsivo dell’Associazione Parenti delle Vittime, che da decenni combatte contro menzogne e depistaggi costruendo occasioni di sperimentazione artistica e di evoluzione culturale e politica.

Partendo da queste domande, Andrea Mochi Sismondi incontra le artiste e gli artisti che si sono posti in relazione con la strage per confrontarsi con loro sui diversi approcci che ne hanno contraddistinto il lavoro.

Grazie anche al ricco apparato iconografico e alle conversazioni con studiose e studiosi che hanno approfondito il fenomeno, emerge con nettezza la forza delle opere prodotte, legate da una costellazione di pensieri che rappresenta un contributo originale e incisivo alla riflessione sulla dimensione politica dell’arte e sul suo rapporto con la storia.

Gli autori: Giovanni Gaggia nasce nel 1977 a Pergola (PU), dove tutt’oggi vive e lavora. 

Nel 2008 fonda Casa Sponge luogo di accoglienza e rifugio di artisti. Nel 2016 pubblica il libro “Inventarium”, presentato in molte istituzioni italiane. Ha partecipato a mostre personali,

collettive, progetti di residenza e conferenze su tematiche sociali e politiche. Le sue performance sono state presentate in teatri, gallerie e festival. Nel 2019 apre con una sua performance il padiglione di Beverly Pepper, collaterale della 58a Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Nel 2020 inizia con il MUSMA Museo della Scultura Contemporanea di Matera il laboratorio COMPLEX APARTMENT; per lo stesso museo realizzerà l’opera “Stanze complesse” immagine scelta per la XVI giornata del contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.

Una delle quattro cover di ESPOARTE 110 per festeggiare i vent’anni della rivista è a lui dedicata. Dal 2021 il Museo Tattile Statale Omero di Ancona ospita in permanenza un suo progetto a più voci dal titolo “QUELLO CHE DOVEVA ACCADERE”: ovvero l’arte come memoria civile. 

Nello stesso anno esce per la collana Effusioni di Gusto, Maretti editore, “Mauro Uliassi incontra/meets Giovanni Gaggia”.

Andrea Mochi Sismondi è autore e direttore artistico del collettivo Ateliersi, all’interno del quale crea, insieme a Fiorenza Menni, progetti animati da un approccio antropologico all’arte e caratterizzati dall’attrazione per l’alterità e dalla sperimentazione di pratiche interdisciplinari.

Mantenendo un focus specifico sulle arti performative, si dedica contestualmente alla cura del programma dell’Atelier Sì – hub per la sperimentazione artistica e culturale nel centro di Bologna – e alla pubblicazione di testi collegati al suo lavoro in teatro.

Nel 2012 esce per Ombre Corte il suo libro Confini Diamanti. Viaggio ai margini d’Europa, ospiti dei rom, dedicato al lungo percorso di ricerca a Šutka, in Macedonia.

Nel 2016 debutta De Facto, opera poetica elettronica di Ateliersi, per la quale conduce un’attenta analisi delle fonti relative alla vicenda di Ustica. 

Da quell’esperienza nasce il desiderio di ampliare l’orizzonte di indagine, che lo porta negli anni seguenti ad approfondire il lavoro dell’Associazione Parenti delle Vittime e a proporre un vasto confronto con gli altri artisti e pensatori che hanno lavorato sulla strage.

L’incontro è a ingresso libero e in ottemperanza alle vigenti normative anti-covid.

con il sostegno di
Regione Toscana – Progetto realizzato nell’ambito del Bando Toscanaincontemporanea2021 
E con il contributo del
Comune di Firenze

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