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Sabato 21 settembre_h.18_Mortalia Cura di Daniele Davitti

69697536_10219170279436213_2450907664234840064_oSabato 21 settembre p.v. inaugurerà a Firenze, presso lo Galleria Casa Abitata, la mostra di Daniele Davitti dal titolo “Mortalia Cura” curata da Flavia Chiavaroli e Lavinia Pini.

Per l’occasione saranno esposte 19 opere dell’artista, di medie e grandi dimensioni, esemplari della sua ricerca recente, incentrata sull’eleganza della figura femminile alla prova della vecchiaia.

Mortalia Cura è un percorso intimo in cui figure dipinte e spazio dialogano in silenzio. Lungo le pareti di CasaAbitata, ricavate dalla chiusura di parte della loggia dell’antico Palazzo Lapaccini, poi divenuto Giraldi, risalente all’ultimo quarto del XIV secolo, le solenni signore che vivono nelle tele di Davitti sembrano aver raggiunto un luogo in cui riflettere sulla vacuità e sull’impermanenza.

La vecchiaia, intesa come ultima tappa di un ciclo interiore più che come stato fisico, trova in questa esposizione espressione piena, accompagnando il visitatore dentro il mondo intimo dell’artista che si racconta nell’eleganza, nella forza espressiva e nella progressiva evanescenza delle sue “Signore”.

Entrare nel mondo di Davitti significa attraversare tormenti interiori, speranze, dubbi esistenziali e nascenti epifanie, tutti plasmati nelle sembianze di anziane caduche e maestose, spaventose e splendide. La loro bellezza disfatta, fulgente nelle sfumature di grigiore e canutezza, affilata nell’irreprensibile definizione della linea nera corvina, rievoca forme e inquietudini familiari al clima decadentista, simbolista e espressionista, cardini di riferimento nell’immaginario dell’artista il cui estro trova nel panorama storico che va dal 1880 al 1910 la matrice della sua espressione.

In particolare, Davitti si appropria del costume e della cultura dell’Inghilterra vittoriana a cavallo tra i due secoli, così estetizzante e cupa a un tempo, animata da un marcato eclettismo che egli ripropone ed espande, includendo ornamenti e attributi simbolici di derivazione asiatica e oceaniana e adottando la tecnica calligrafica tipica del Sol Levante, dalla cui tradizione culturale Davitti desume, inoltre, la visione wabi sabi dell’esistenza, basata sull’accettazione della transitorietà.

Questo il senso che il fiorentino Daniele Davitti sceglie per la sua personale a Firenze. Un ritornare a casa, a Itaca, carichi del bagaglio che l’esperienza ha regalato nel corso del viaggio. Dopo un arco di tempo corrispondente a 10 anni di vita, scandito da soggiorni stabili in quattro continenti ai quali sono corrisposte altrettante esposizioni (Londra, TOAF, (UK); New York, Tazza Gallery (USA), Osaka, Teatro Enkei (JP), Melbourne, MSFW (AUS), Davitti decide di condividere per la prima volta “in patria” i risultati del suo peregrinare.

A corredo della mostra sarà presentata una pubblicazione in edizione limitata di 100 esemplari numerati e firmati (stampata in risografia su carta mais e agrumi e rilegata a mano interamente in Firenze, un progetto curato da Mariangela Zito e stampato da Studio Concretipo). Lungi dall’essere un catalogo tradizionale, composta da collage, sketch e da sei contributi – redatti da critici d’arte, architetti, storici del costume e psicologi – essa si propone come un’introduzione visuale e critica al tessuto culturale e all’iter artistico da cui le opere emergono.

Daniele Davitti è un artista italiano nato a Firenze nel 1986. Discendente da una famiglia di artigiani ed artisti, si è diplomato presso il Polimoda (Firenze) dove ha presentato la sua prima collezione di moda. Vincitore di una borsa di studio per il prestigioso Bunka fashion college in Giappone ha proseguito gli studi nel campo del fashion design e dell’arte.
Nel 2011 è stato assunto come professore di illustrazione ed estetica presso il Polimoda di Firenze.
Nel periodo giapponese ha avuto modo di studiare i linguaggi tradizionali e le filosofie del paese, che lo hanno portato a separarsi dal sistema moda per abbracciare il mondo delle arti definitivamente. Da allora ha sperimentato i più vari linguaggi artistici: pittura, illustrazione, grafica, interior design, costume teatrale, performance e istallazioni.
Dopo una mostra personale a New York nel 2013 e due anni di insegnamento a Melbourne dal 2015 al 2017, Davitti è ritornato in Italia concentrandosi sul linguaggio dell’arte e della letteratura illustrata.

Tra le collaborazioni più rilevanti del percorso dell’artista si ricordano progetti in collaborazione con: Vanity fair, Moretti Gallery ,Polimoda ed esposizioni presso : the Other Art fair, AAF , Moniker art fair (UK),Arte Fiera, Smell festival(Bologna), Teatro la Pergola, Pitti Immagine, (Firenze), Tazza Gallery (NY), Teatro Enkei (JP), MSFW (AUS).

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