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14 Gen 2022

Il primo appuntamento di Arte a Parte del 2022 avrà come protagonisti Anatema di Rosaria Lo Russo edito da Effigie e Di non sapere infine a memoria di Vito Bonito per L’Arcolaio. L’incontro si terrà venerdì 14 gennaio alle 18:30 e vedrà i due autori in un dialogo incrociato e appassionato.

Anatema è una parola doppia che significa offerta e maledizione, come la memoria e l’amore ai tempi del patriarcato tribale. Anatama, come un’autobiografia anonima e generazionale, scrolla regressivamente l’immaginario degli ultimi decenni del secolo scorso, quel Novecento vissuto e rivisto con gli occhi dell’infanzia e dell’adolescenza dei boomers, prima durante e dopo gli anni della fantasia al potere e della violenza di genere. Anatema come nostalgia del sacrificio, del sacrificio come condizione per ogni rivoluzione dell’immaginario. Fino al baratro della disfatta delle immagini del secolo breve e del millennio passato, e alla liberazione persino da uno dei suoi caposaldi, la memoria. 

Rosaria Lo Russo poeta e performer. Fra i suoi libri di poesia Comedia (Bompiani, 1998), Lo Dittatore Amore. Melologhi (Effigie, 2004), Crolli (Le Lettere, 2012), Poema 1990/2000 (Zona, 2013) e Nel nosocomio (Effigie, 2016). Ha tradotto e curato alcuni volumi della poetessa statunitense Anne Sexton, fra cui Poesie d’amore (Le Lettere, 1996, seconda edizione riveduta e corretta 2019), Poesie su Dio (Le Lettere, 2003) e Il libro della follia, di prossima uscita per La nave di Teseo. Figlia di solo padre, Seri Editore, 2020, raccoglie i suoi saggi su poesia e drammaturgia.

Di non sapere infine a memoria, l’ultimo atto poetico di Vito Bonito, si dispiega entro una cornice storica in dissoluzione, il Novecento, che a stento riesce a contenere le voci cantilenanti, remote e disamplificate, cui è affidato il “racconto”. Emergono allora come “fotocomposizioni” voci della prosopopea, da ritagli testimoniali, da dettagli personali, da un sogno infranto.  La lingua si avvicenda nei risvolti della storia, nella sua fibra umana più irriducibile, senza la pretesa di riordinare gli eventi di un’epoca al fine di dare credito a una verità.  Tra l’oblio e i refusi della memoria si intravede dunque una strettoia in grado di circoscrivere il fallimento delle grandi aspirazioni umane, ormai conchiuso in ciascuno in una privatezza isolata e sorda, in un auto-segregazione della coscienza. Il testo fa luce su questa strettoia, a intermittenze, ad abbagli. Resta tuttavia vigile nell’opacità, con il suo mandato sacrificale, la figura dell’inquilino, solo con il proprio destino segnato, ospite da rimuovere per mano dei suoi stessi carcerieri, ai quali mostra (e ci mostra) la loro natura paradossale, ridotta all’idea dialettica e incomprensibile per la quale lottano. Nel dualismo vittima/carnefice del genere tragedia ogni possibilità di io/tu viene orientata alle sue estreme conseguenze. E i conti con la memoria, tra gli scheletri dell’oblio, vengono assunti qui dalla maschera tirannica di una visione grandiosa morta, che fa ancora le veci di un fantasma della libertà ormai svanito in se stesso, posta banalmente di fronte allo spettacolo di cui pure si è resa artefice.

Vito M. Bonito ha pubblicato Blown Away, Fomite, Burlington VT, 2021 (traduzione integrale di Soffiati via, a cura di Allison Grimaldi Donahue); scatola cranica I-II (Derbauch Verlag, 2021); di non sapere infine a memoria (1978-1980) (L’arcolaio 2021); papaveri per niente (Derbauch Verlag, 2020);  fabula rasa, (Oèdipus, 2018 – finalista premio Montano e premio Bologna in Lettere); la bambina bianca (Derbauch 2017); Soffiati via, (Il Ponte del Sale 2015 – premio Nazionale Elio Pagliarani 2015); Luce eterna, (Galerie Bordas Venezia, 2012); Fioritura del sangue (Perrone 2010); Sidereus Nuncius  (Grafiche Fioroni, 2009); La vita inferiore (Donzelli 2004); Campo degli orfani (Book, 2000 – finalista premio Metauro); A distanza di neve,  ivi, 1997. È presente in Poesia contemporanea. Quinto quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni (Crocetti 1996); in Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli, (Sossella 2005); in Alberto Bertoni, Trent’anni di Novecento. Libri italiani di poesia e dintorni (1971-2000) (Book 2005).
In ambito critico sono usciti i volumi Le parole e le ore. Gli orologi barocchi: antologia poetica del Seicento, Palermo, Sellerio, 1996; L’occhio del tempo. L’orologio barocco tra letteratura, scienza ed emblematica , Bologna, Clueb, 1995; Il gelo e lo sguardo. La poesia di Cosimo Ortesta e Valerio Magrelli, ivi, 1996; Il canto della crisalide. Poesia e orfanità , ivi, 1999); Pascoli, Napoli, Liguori, 2007. È tra gli autori dell’antologia Poesia del Novecento italiano (vol. II), a cura di N. Lorenzini Roma, Carocci, 2002. Ha scritto inoltre saggi su Montale, De Signoribus, Beckett, Artaud, la Socìetas Raffaello Sanzio, Aristakisjan, Herzog e Korine. È redattore della rivista «Versodove».

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