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14 Giu 2016

Brac’s art on table – Barbara Fontani

barbara 2SINCRONICITA’
Una vita in polaroid, questa la definizione di sé che racconta Barbara. Da sempre in giro con la sua polaroid, fotografando ciò che risuona con lei, ha sentito di far diventare questi scatti così particolari, le porte nascoste di Firenze, un progetto da condividere. Una decisione presa in un momento significativo della sua vita, in cui finalmente è riuscita a chiudere una porta importante e “pesante”, e lasciarsela alle spalle. Nel momento in cui ha fatto questa scelta in modo consapevole e volontario, agendo per il proprio bene, nonostante la paura di ritrovarsi con se stessa e guardarsi dentro, ha scoperto, sorpresa, che davanti a lei si stavano aprendo un’infinità di altre porte, che prima non riusciva a vedere. Allo stesso modo, le porte nelle polaroid di Barbara richiedono un esercizio fisico nel vederle, perché in alcuni casi sono quasi impercettibili. Scelta fatta proprio sul mimetismo di esse e sull’aspetto della pellicola stessa, che finché non si sviluppa completamente non ti permette di vedere il risultato. Quindi un’attesa ed un divenire del processo. Aspetto interessante del soggetto è la loro funzione: essere un’entrata secondaria e nascosta dei palazzi, attraverso la quale entrava ed usciva la servitù. Gli scatti del progetto rappresentano quindi la forte consapevolezza di Barbara che davanti a tutti noi ci sono delle porte nascoste, che basta solo decidere di aprire. Perché la vita ci offre tutto, dobbiamo sentire noi stessi, essere pronti a vederlo e prenderlo. Per farlo è necessario avere consapevolezza, essere nel qui e ora, l’unica realtà esistente. Nell’aprire le porte che ognuno si trova davanti, troveremo ciò che abbiamo costruito giorno per giorno, su cui abbiamo speso impegno ed energie. Un principio in cui crede molto Barbara è proprio il fatto che ognuno è creatore della propria vita, per cui non possiamo che ritrovarcela davanti esattamente come l’abbiamo modellata, con le nostre scelte.

 

Barbara Fontani Novakova nasce in Repubblica Ceca, da madre tedesco-ungherese e padre incerto. Si stabilisce molto piccola in Italia, ed ha la fortuna di crescere in un paese nel cuore della campagna toscana. Frequenta la scuola d’arte, specializzandosi in ceramica.
Da che ha memoria, Barbara ha una passione innata per tutto ciò che appartiene ad un’epoca precedente, affascinata da ciò che appartiene al passato. Da sempre si diverte a creare allestimenti ed installazioni con oggetti che nel tempo ha raccolto e collezionato, costruendo la propria memoria, non avendo praticamente tracce delle proprie origini.
Nella sua vita ha vissuto in molte città, e probabilmente quella che le ha permesso di sviluppare il suo talento è stata Napoli, dove si trasferisce a 17 anni. Qui conosce il mercato storico di Resina, dove Barbara scopre l’abbigliamento vintage e tutto ciò che è di recupero, le si apre letteralmente un mondo che non ha ancora smesso di esplorare e conoscere.
Una vita, quella di Barbara, fatta di molte città, persone, lavori, un vortice di stimoli che, anziché confonderla, hanno rafforzato la sua visione: la voglia di creare interazione, di condividere il suo modo di vivere, di non disperdere niente cercando di comunicare sempre con il mondo che la circonda.
La sua ambizione più grande è di cercare sempre di portare armonia in qualsiasi cosa faccia, con la sua visione del mondo.

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