Sui tavoli della libreria, attraverso la pennellata materica del pittore praghese, uomini e donne celebri del mondo dell’arte contemporanea (da Cattelan a Patrizia Sandretto, da Gagosian a Vittorio Sgarbi), Capi di Stato (da Putin a Mao) e alcuni politici fiorentini.
Non manca, naturalmente, il Sindaco Matteo Renzi e insieme a lui Cristina Giachi, il socialista Riccardo Nencini, Eugenio Giani e Giuliano Da Empoli.
Vaclav Pisvejc è nato a Praga nel 1967 dove ha studiato all’Akademia Vytvarneho Umeni. Ha vissuto a lungo tra gli USA e l’Inghilterra esponendo in numerose gallerie.
Dal 2007 vive e lavora in Italia. Hanno scritto di lui:
“Personalità sognante, Pisvejc crea spontaneamente, senza calcolare, attingendo dalla vita reale per catturare l’essenza del momento e dare poi forma a una realtà tutta interiore e personale. Anche un occhio meno esperto riesce a cogliere quanto il gesto e la materia pittorica, attraverso le quali Vaclav Pisveic si esprime, siano di matrice marcatamente espressionista.
La sua pennellata passa ora scabra e veloce, ora grassa e insistita dando luogo a quella scomposizione deformante che colpisce corpi e volti. Volti che sono dipinti sul retro delle tele, sul rovescio del supporto normalmente utilizzato dall’artista. Rovesciare la tela significa infatti rovesciare uno schema formale, e quello che ne esce non è mai solo un ritratto, ma è quasi sempre un autoritratto, nel senso di un’emozione, di un ricordo stratificato ma ancora vivo, che emerge dall’inconscio come l’acrilico che gli dà colore”.
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