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Genesi di Sebastião Salgado: poesia esistenziale conquistata

hLa Genesi di Sebastião Salgado è una mistica della Natura, madre e sorella.

Una narrazione epica, magnifica, della Natura, la sua feracità, il suo splendore: in poetici scatti fotografici bianco e nero.

L’artista apre la sua Genesi in un vero e proprio Eden.

Dopo quasi 8 anni di assenza dalla scena fotografica, Salgado torna con un’antologia meravigliosa dal respiro appassionatamente autobiografico, che approda a una poeticizzazione contemplativa dell’esistenza, capace di nutrire la vita e ispirare giustizia geo-etica e geopolitica.

Percezione di sacralità, che va dal teomorfismo – concezione della divinità che ha aspetto (forma) di animale – al ragionamento spirituale ispirato alla contemplazione della natura, ai suoi paesaggi sconfinati, esaltanti. Sentimento di avventura, senso di mistero. Empatia universale ontologica. Celebrazione, esaltazione della meraviglia, estetica e ingegneristica, della ricchezza enorme, quasi inimmaginabile, della biodiversità.

Uomo e animale, visti tra loro nel legame più autentico, ancestrale, paradisiaco.

L’Uomo come l’animale, come specie del grande genere Natura.

La Terra com’era, la Terra com’è ancora.

Cinque sezioni dividono il percorso della mostra nello splendido Palazzo Ducale genovese: oltre 200 fotografie raccontano realtà che vanno dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.

La mostra, curata da Lélia Wanick Salgado, moglie del fotografo, e prodotta da Civita su progetto di Contrasto e Amazonas Images, è nata da un viaggio alla scoperta di quella bellezza, vera perché mai in cerca di attenzioni, nei luoghi più remoti del Pianeta.

La mostra Genesi è accompagnata dal libro omonimo (Taschen, 2013): «Genesi non è solo una ricerca estetica, ma anche etica e spirituale in un certo senso, un modo per dire soprattutto alle nuove generazioni che il Pianeta è ancora vivo e va preservato. Abbiamo fatto una ricerca e abbiamo fatto una scoperta molto interessante: circa il 46 per cento del mondo è ancora come il giorno della genesi, insieme possiamo continuare a fare in modo che questa bellezza non scompaia».

Un pannello chiude il percorso dell’esibizione con queste parole:

“Oltre a esporre le meraviglie della natura, Genesi è anche una chiamata alle armi.

Non possiamo continuare ancora a inquinare terreni, acqua e aria. Dobbiamo agire adesso per preservare le terre e i mari incontaminati, per proteggere i santuari naturali di animali e antichi popoli. E possiamo spingerci oltre, cercando di riparare ai danni che abbiamo causato. Il nostro modesto contributo è stato quello di riforestare una proprietà nel sud-est del Brasile. Nei passati 15 anni, la nostra organizzazione no-profit, Instituto Terra, ha piantato circa due milioni di alberi di oltre 300 specie diverse che un tempo crescevano rigogliose. Il risultato è stato che le colline, un tempo aride, sono state trasformate in una lussureggiante vegetazione. La rinascita del microclima tropicale, di conseguenza, ha attirato uccelli e animali scomparsi da decenni dalla zona.

La riforestazione è solo uno dei modi per far girare al contrario le lancette del tempo. Anche gli alberi hanno un ruolo speciale nel neutralizzare le emissioni di biossido di carbonio, colpevole del riscaldamento globale e di cambiamenti climatici. Le Nazioni possono agire per controllare le emissioni ma solo gli alberi assorbono naturalmente il biossido di carbonio e producono ossigeno. Con gli alberi piantati possiamo respirare meglio e nutrire speranze per il futuro del nostro pianeta”.

Lélia Wanick Salgado

e Sebastião Salgado.

Genesi – Palazzo Ducale, Sottoporticato

Piazza Matteotti 9, Genova.

Dal 27 febbraio al 26 giugno 2016.

 

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