“Le sottilissime lastre di pietra svelano le forme cristalline e l’interno della materia;
vi si può vedere un pezzo di energia condensata, una parte di tempo solidificato”
S.P.
Sigmar Polke nasce nel 1941 a Oels (Slesia) e nel 1953 si trasferisce con la famiglia nella Germania Ovest, a Düsseldorf dove, prima di iscriversi all’Accademia, inizia a studiare pittura su vetro.
Fra gli artisti Svizzeri più significativi nel dopoguerra, il suo progetto per le 12 vetrate della cattedrale Grossmunster (simbolo architettonico per eccellenza di Zurigo) è forse la sua opera più complessa e importante, completata solo a pochi mesi dalla sua morte.
Per le 7 vetrate sul lato ovest della navata Polke si è rifatto alla tradizione tardo-antica e del primo medioevo che usava realizzare le finestre delle chiese con pietre tagliate. All’alabastro l’artista ha preferito l’agata, un minerale che in natura si presenta con una grande varietà di bande colorate per lo più concentriche e che se tagliato in lastre di spessore tra i 4 e 9 millimetri lascia trasparire la luce. L’artista ha affidato a questa pietra il compito di illustrare la creazione del mondo in quanto le forme concentriche insite nella materia stessa dell’agata richiamano l’iconografia usata nei manoscritti medioevali per illustrare la genesi del mondo.
Questa creazione venne integrata da cinque vetrate figurative che s’ispirano alle cosiddette prefigurazioni messianiche ovvero a figure, personaggi e storie della bibbia nelle quali si concretizza la parola di dio. Per l’esattezza esse rappresentano il capro espiatorio, Isacco, il figlio dell’uomo, l’assunzione in cielo di Elia e il David. Queste cinque opere sono posizionate in dialogo con le vetrate del coro realizzate nel 1933 da Augusto Giacometti e che raffigurano la nascita di Cristo.
Il catalogo Fenster – Windows (in lingua tedesca e inglese) che presentiamo qui oggi esplora e documenta tutte le fasi di questo ultimo grande progetto dell’artista.
La pubblicazione, concepita dall’artista stesso ed edita da Parket books, è accompagnata da otto testi critici di vario genere che forniscono visioni profonde e intuizioni inaspettate, collocando questo ciclo di opere all’interno del contesto storico e artistico dell’epoca.
Gli Autori dei saggi sono Gottfried Boehm, Jacqueline Burckhardt, Bice Curiger, Ulrich Gerster, Regine Helbling, Claude Lambert, Urs Rickenbach, Käthi La Roche, Katharina Schmidt, e Marina Warner.
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