La montagna magica è una pubblicazione a cura di Gabi Scardi edita da Produzioni Nero 2024 e traccia il lavoro artistico di Micol Roubini.
Il volume contiene anche i contributi di Giovanni Aloi, Francesco Carnevale, Elke Krasny, Riccardo Venturi e Fabrizio Zandonatti.
Ne parliamo lunedì 25 novembre insieme all’artista, Gabi Sgardi e Silvia Lucchesi.
A poca distanza da Torino, nei paesi di Corio e Balangero e nella contigua cava di amianto dismessa – un tempo la più grande d’Europa – domina un’atmosfera sospesa. Là dove i segni dell’attività estrattiva sono ancora leggibili, si assiste alla ricomparsa, sia naturale che indotta, di varie specie vegetali e animali. Micol Roubini attinge ai ricordi e ai sogni degli abitanti del luogo per raccontare il suo sviluppo post-industriale e la fitta rete di relazioni che lo attraversano. A partire da vari documenti, “La montagna magica” tratteggia i confini della storia dell’amianto, minerale considerato prodigioso fin da tempi antichi e presente nella vita quotidiana del secolo scorso, oggi riconosciuto letale eppure ancora in uso in molti paesi del mondo.
Micol Roubini È nata nel 1982 a Milano, dove vive e lavora. È diplomata all’Accademia di Brera e alla Univeristät der Künste di Berlino. Dal 2021 insegna Nuovi linguaggi della comunicazione visiva al CFP Bauer, Milano. La sua ricerca indaga gli equilibri tra uomo e territorio, tra sistemi culturali e morfologia del paesaggio, tra storia, migrazioni e memorie individuali.
Ha esposto a Museo Casa Testori (2021), Premio Matteo Oliviero (2017), Hotel Charleroi (2013). Ha realizzato il progetto Atti clandestini per terre mobili (Fondazione Palazzo Magnani 2021). Ha partecipato a rassegne video a Villa Medici (2021), Pavilion (Poznan 2021), LightCone (Parigi 2017), Scotland’s Centre for Photography (2012).
Ha condotto masterclass (Locarno Film Festival 2022) e partecipato a residenze tra cui Fondazione Pistoletto (2017), Scottish Sculpture Workshop (2013).
Il suo film La strada per le montagne (2019), in concorso al Cinéma du Réel e in altri festival europei, ha vinto il Premio Corso Salani al Trieste Film Festival 2020.
Gabi Scardi È curatrice e critica di arte contemporanea, da anni impegnata nell’ambito di progetti pubblici e pratiche sociali. È curatrice di mostre personali, mostre collettive e progetti pubblici. Collabora con istituzioni artistiche e culturali italiane e internazionali, tra le quali: Pac, Milano; Museo del Novecento, Milano; Pirelli Hangar Bicocca, Milano; MAXXI, Roma; Biennale di Venezia, Venezia; Royal Academy, London; Louisiana Museum, Copenhagen.
Tra i progetti curati: Chiaralice Rizzi e Alessandro Laita, The Memory of the Air, progetto vincitore di Italian Council, Museo Marubi, Scutari, Albania, 2021-2022; Emilio Fantin, Risvegli, progetto vincitore di Italian Council, Mambo Bologna, Palazzo Barolo Torino, Fondazione Baruchello Roma, University of Chicago; Maria Papadimitriou, Why look at animals AGRIMIKA’, Padiglione Grecia alla 56° Biennale di Venezia; restauro del Teatro Continuo di Alberto Burri, Milano, 2015.
Dal 2011 è direttrice artistica di nctm e l’arte.
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