Venerdì 4 ottobre incontreremo Bernardo Pacini per parlare del suo ultimo libro Ipotesi sul mio disfacimento edito da Mar dei Sargassi.
Insieme all’autore interviene Dimitri Milleri.
L’inchiesta del poeta mette in scena l’esistenza di individui che – senza presentare la minima turba psichica superficiale – esaltano un carattere particolare, una celata richiesta di aiuto. Pacini scava un vuoto che è un grembo perfettissimo di memoria usando gli stessi attrezzi per seppellire e disseppellire, in un’azione e contro-azione etica che determina attorno all’io tre sfere concentriche. la seconda che va più lontano della prima; la terza che va più lontano della seconda. In mezzo, l’io si dilata fino al disfacimento (o almeno alla sua ipotesi): vorrebbe ricostruire tutta l’esperienza in un nuovo spazio, abbracciarla in un tempo libero e liberato da un pensiero dominante che non è compatibile con il tempo della poesia. […] Una specie di assimilazione involontaria del reale attraverso i tic, che procede in modo del tutto naturale, quasi istintivo. Il tic sembra essere per Bernardo il Big Bang, lo sforzo da cui facciamo derivare le idee, le parole e i pensieri. In un tic assurdo può avvenire il tac: due semplici suoni capaci di generare un’esplosione di senso.
Bernardo Pacini (1987) vive a Firenze. Il suo ultimo libro di poesia è stato Fly mode (A27 poesia, 2020). Ha tradotto con Clarissa Amerini le poesie di Bill Knott (Volarsi dentro, Italic Pequod) e Russell Edson (Il tunnel, Taut), uscite nel 2022 con prefazioni di Charles Simic. Nel 2021 ha cofondato la rivista layOut magazine.
L’incontro è ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
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