Negli anni venti del novecento in Germania nasce l’idea (mai concretizzatasi in corrente o movimento) di un cinema “puro”, spesso riconosciuto come cinema astratto: una forma di immagine-movimento svincolata da qualsiasi soggetto riconoscibile o storia, in cui solitamente si è cercato di raccontare il non-raccontabile. In questo Fuori Orario partiremo da Viking Eggeling che creò film con giochi geometrici del tutto astratti, come Diagonale Symphomie (1921-23) fino ad arrivare alla celebre sequenza di cifre e lettere di Matrix.
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